Ciciole a colazion

Si tratta di una commedia in dialetto trentino, intervallata da qualche parola in italiano, colorata con danze e canti, realizzati in collaborazione coi gruppi Danticadanza e Zivireel (espressioni di danza della stessa associazione) e col Coro Castel Pergine.

La commedia è ambientata a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900 e ha per protagonista una famiglia benestante alle prese, più o meno consapevolmente, con un grosso problema finanziario, situazione che provoca un accavallarsi di equivoci che coinvolgono tutti: il capofamiglia vedovo, le sue due giovani figlie, le sue due anziane sorelle, la servitù e due enigmatici figuri.

Ognuna e ognuno, con le sue caratteristiche caricaturali e le sue buffe stranezze, ce la mette proprio tutta per aggiungere ingredienti ad un bel soufflé di malintesi, che si sgonfierà solo alla fine:

– il sior Anselmo, con la sua ingenuità e bontà,

– le belle e colte figlie Rosaspina e Violetta, con la loro determinazione e indipendenza,

– le “dò sorèle” vintage Amalia e Adele, con la loro voglia di sistemarsi e “no restar zitèle”,

– Giulia, la fedele e zelante “coga”, con la sua buona volontà e affetto verso la famiglia,

– Otto, marito di Giulia e confidente di Anselmo, con la sua perenne (ma forse solo apparente?) indolenza,

– Liberto e Severo: due uomini d’affari, con il loro alone di mistero e di malizia,

– servi e servette, con la loro operosità e la loro curiosità condita da un pizzico di impertinenza.

Una famiglia esilarante quella di Anselmo, antica e moderna insieme, che si muove e vive tra due opposte tendenze: strascichi di nostalgica restaurazione e forti spinte avanguardistiche. Una famiglia che non può che suscitare nello spettatore simpatia e ilarità.